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In base all’infografica sugli spostamenti quotidiani sul territorio prima del Covid-19 resa nota dall’ISTAT, risulta che in Italia, si sono spostate circa 25 milioni di persone con automobile, 2 su 3 hanno scelto le quattroruote per viaggiare, con il record detenuto dai residenti della regione Umbria che ha visto il 60% della sua popolazione muoversi, percentuale questa calcolata su persone con 18 anni e più di 18 anni.

I dati

Nel 2019, circa 3 milioni di persone tutti i giorni e 3 milioni più volte alla settimana hanno usato mezzi pubblici: tram, autobus e filobus. Nelle regioni del Nord lo hanno utilizzato 1,5 milioni di persone con una percentuale di 51,6%; al Centro 740 mila persone con una percentuale di 25,8% e al Sud e isole 670 mila persone con una percentuale di circa il 22,5 percentuali.

Hanno viaggiato in treno circa 900 mila persone tutti i giorni. I viaggi sui binari ferroviari sono stati maggiori al Nord, scelti da circa 490 mila cittadini, ovvero il 55,5% dei residenti, al Centro 230 mila hanno viaggiato in treno con una percentuale del 25%; al Sud e nelle Isole 170 mila residenti, ovvero il 19,5%, tutti i giorni ha viaggiato con le ferrovie.

Nel 2019 si sono spostati ogni giorno 33 milioni di persone. Si sono spostati il 66,7% di persone per lavoro e il 33,3% per studio.

Tra gli occupati, nel 2019, 1 persona su 5 è uscita di casa entro le 6:30, oltre il 60% tra le 7:00 e le 8:00. Per il 70% degli studenti, l’uscita di casa è stata quasi sempre tra le 7:30 e le 8:00.

Settore mobilità

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Per quel che concerne la durata di tempo impiegata per recarsi a lavoro con i mezzi pubblici, 1 lavoratore su 2, attesta una durata di più di 30 minuti, dati riferibili al Centro Italia e alle aree metropolitane, dove i mezzi pubblici sono utilizzati di più. Soltanto 16,5 milioni di persone hanno invece preferito utilizzare auto o moto per andare a lavoro.

La maggior parte degli studenti pendolari d’Italia ha impiegato più di 30 minuti per andare a scuola con i mezzi pubblici. Lo hanno dichiarato più del 40% degli studenti del Nord e circa il 30% di quelli del Sud. Ben 4 milioni di studenti hanno preferito recarsi a scuola o all’università in auto o in moto.

Discorso a parte meritano i viaggi aerei, sia per lavoro che per tempo libero. Facendo una stima approfondita negli ultimi anni e secondo i dati Istat in nostro possesso, nel 2017 risultano attive in Italia 193 imprese dal fatturato di circa 9,4 miliardi di euro e personale dipendente per circa 20 mila unità di lavoro. Negli ultimi due anni e prima del lockdown dovuto al Coronavirus, il numero dei passeggeri in Italia è aumentato del 33,3%, con una percentuale del 53% per i voli internazionali e 7,2% per quelli nazionali.

Degne di nota sono le statistiche previsionali che avrebbero descritto un andamento del traffico aereo molto positivo, nel mese di maggio 2020 avrebbe infatti raggiunto ottimi numeri con circa 18 milioni di passeggeri trasportati e si era stimato anche un picco di 21 milioni per il mese di agosto.

Il settore mobilità è stato tra i settori economici più colpiti a causa delle chiusure per il Covid-19. Infatti da quasi 460 mila passeggeri che transitavano in tutti gli aeroporti italiani nel febbraio 2020 si è passati a circa 6,8 mila passeggeri a marzo 2020. Migliaia di persone in mese in soli 30 giorni, meno posti di lavoro e meno economia. Rispetto allo scorso anno, nel mese di marzo  sono stati cancellati circa il 66,3 % di voli, ovvero 2 voli su 3 era vuoti e i passeggeri sono addirittura diminuiti dell’85%, passando da 14 milioni di presenze a poco più di 2 milioni.

Dati Istat che preoccupano e che emergono da un’indagine eseguita su un campione di circa 25.000 famiglie distribuite in circa 800 comuni italiani di diversa ampiezza demografica.

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