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Gli inglesi lo chiamano “last mile”, ovvero l’ultimo miglio.

Nei precedenti articoli abbiamo parlato di smart city e di quanto tempo si perde nel traffico. Oggi affrontiamo un argomento altrettanto importante.

In logistica il termine “last mile” indica l’ultimo step del lungo viaggio delle merci dai magazzini fino ai negozi al dettaglio o direttamente a casa del cliente. Indica il loro transito cittadino e le tecnologie utilizzate per lo smistamento condizionano il benessere nelle aree urbane.

Quest’ultimo step del processo di consegna è infatti uno dei problemi emergenti nelle città del nuovo millennio, sia dal punto di vista della congestione urbana e del caos, sia per l’inquinamento e l’avaria delle merci che ne deriva.

I dati sono eloquenti e le tecnologie efficaci ancora carenti. Secondo la Commissione Europea, la congestione del traffico urbano costa all’UE l’1% del suo PIL, circa 100 miliardi di euro all’anno e causa di problemi come deterioramento degli alimenti, perdita di produttività, caos nelle metropoli, traffico e inquinamento atmosferico.

Difatti, anche per via del trend crescente dell’E-Commerce (+20% nel 2019) si prevede nei prossimi anni un incremento delle merci in circolo, già responsabili di un quarto delle emissioni globali di CO2 pari al 40% circa delle emissioni di CO2 dei trasporti delle città.

Dal punto di vista della congestione urbana si stima invece che i camion nel mondo effettuino almeno 100 brevi fermate brevi al giorno, causando rallentamenti, inquinamento atmosferico e costosi ritardi nel traffico.

 Le soluzioni

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 Per fortuna le soluzioni esistono. Le green technology applicate alla mobilità stanno trasformando le città in smart cities grazie alla sharing economy e a nuove tecnologie di trasporto a basso impatto ambientale.

Le città viaggiano tuttavia a velocità diverse: le capitali del nord stanno già sperimentando nuove soluzioni green, elettriche o ibride per difendere l’ambiente, l’uomo e per ottimizzare gli spostamenti e la consegna delle merci. Il problema del “last mile”, ad esempio, è in parte già risolto a Montreal, Oslo e New York. Ecco cosa è stato fatto.

A Montreal l’azienda di mobilità intelligente Jalon ha innovato il settore trasporti con tecnologie Colibrì: un sistema mediante il quale vengono installati piccoli hub in città che ricevono i pacchi poi distribuiti mediante speciali “bici da carico” elettriche. L’idea sta prendendo piedi anche in altre città del mondo come Berlino, Trondheim e nella city di Londra per ridurre la congestione, migliorare la sicurezza stradale e aiutare le città a raggiungere ambiziosi obiettivi di riduzione di CO2. In media si realizzano circa 85 consegne al giorno sulle “bici da carico” elettriche con tecnologie Colibrì, circa lo stesso numero di un camion di consegne, ma con un minore impatto in termini di caos metropolitano, emissioni e congestione.

Anche la Norvegia è particolarmente attiva dal punto di vista dell’introduzione di nuove tecnologie di mobilità a basso impatto aziendale. Il paese sta lavorando duramente per costruire un’economia post-petrolifera e si confronta, soprattutto nei mesi invernali, con neve e temperature bassissime.

Ma questo non impedisce alla Norvegia di perseguire la sua politica green in termini di servizio postale nazionale. Anche lo smistamento e la consegna della posta, infatti, ha un costo in termini di emissioni, caos e traffico. Nel centro di Oslo si utilizza così un mix di tecnologie green: bici da carico, furgoni elettrici e veicoli Paxster anziché camion per la consegna di posta e pacchi.

Secondo Fredrik Lindqvist, responsabile dello sviluppo operativo di Norway Post, i veicoli di consegna rispettosi dell’ambiente hanno portato ad un aumento del 25% della produttività dei lavoratori e una riduzione del 40% dell’impatto di CO2 nella capitale. Con le nuove tecnologie meno camion entrano in città e minori sono i tempi di percorrenza. Le bici elettriche si intrufolano invece, silenziose e green, nelle strade cittadine, consegnando posta e pacchi ai clienti finali. Il “last mile” norvegese non sembra essere più un problema.

Nelle altre strade del mondo si affermano poi anche altre tecnologie di mobilità a basso impatto aziendale come quelle realizzate da Nuro, Marble e Starship, che molto spesso realizzano partnership strategiche con le grandi catene di ristorazione come la multinazionale Pizza Hut.

Proprio Starship ha ampliato il suo mercato in città come Londra, Tallin e San Francisco mettendo a disposizione dei consumatori un servizio di consegna a domicilio robotico elettrico che riduce le emissioni, il caos e la congestione urbana.

È il futuro della consegna automatizzata dei piccoli pacchi: recapito efficace con spostamenti dei vettori a velocità ridotte, massimo 4 miglia all’ora, su infrastrutture apposite per il loro transito come sentieri, sottopassi e percorsi dedicati. Insomma, sembra essere sulla buona “strada”.

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