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Stiamo vivendo in un periodo storico a più alto tasso di innovazione, al centro di una rivoluzione tecnologica in cui scienza e innovazione offrono opportunità mai viste prima.

Nei precedenti articoli abbiamo parlato di disabili e mobilità e l’Italia un Paese tra le ecoindustrie e l’ecofriendly.

La drammatica epidemia che ha colpito il mondo intero ha messo in evidenza due bisogni importantissimi per tutti i cittadini e le città d’Italia: da una parte la necessità di una più continua e cosciente coesione sociale basata sul confronto e sulla collaborazione e dall’altra parte l’esigenza di poter unire l’innovazione tecnologica con la trasformazione digitale inclusiva e partecipata. Nella dichiarazione del piano di Governo “2025” viene asserito che “L’innovazione e la digitalizzazione devono far parte di una riforma strutturale dello Stato che promuova più democrazia, uguaglianza, etica, giustizia e inclusione e generi una crescita sostenibile nel rispetto dell’essere umano e del nostro pianeta”.

Gli ambiti di una digitalizzazione urbana

Sono tre gli ambiti di una digitalizzazione urbana e sul quale bisognerebbe giudicarla: Digital public services, ovvero servizi digitali erogati dalle pubbliche amministrazioni, comuni e/o province a favore di cittadini e imprese; Digital Pa, ovvero l’integrazione e il buon funzionamento delle piattaforme dell’informatica pubblica (Spid, PagoPA e Anpr) e i Comuni; Digital Openness, ovvero una comunicazione aperta con la propria comunità attraverso le piattaforme digitali e i canali social.
Secondo un’indagine diffusa durante il Forum Pubblica Amministrazione 2020, si è provveduto ad analizzare questi tre indici per ogni Comune italiano capoluogo quantificando il grado di maturità digitale per ogni amministrazione.

Secondo quanto diffuso dal forum, l’analisi della digitalizzazione è stata valutata come se fossero tre momenti temporali: blocchi di partenza, stacco e spinta. Su 109 Comuni capoluogo esaminati 37 non hanno ancora iniziato o hanno difficoltà e quindi sono fermi ai blocchi di partenza, altri 37 si collocano nella fase di stacco e 35 si trovano nel momento della spinta.

Sono 8 i comuni italiani con il più alto grado di livello di digitalizzazione: le grandi metropoli di Milano, Roma, Torino, Genova, Bologna e Venezia e le due città di media dimensione Pisa e Cesena. Ritenuto sufficiente il livello di digitalizzazione in due parametri ed elevato in uno di essi (Digital public services, Digital Pa, Digital Openness) delle città delle seguenti città Arezzo, Bari, Bergamo, Brescia, Cagliari, Cremona, Firenze, Forlì, La Spezia, Livorno, Lodi, Matera, Modena, Monza, Napoli, Palermo, Parma, Pavia, Piacenza, Prato, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Trento, Verbania, Verona e Vicenza a cui però si aggiunge Mantova con livello elevato per due parametri e basso per il terzo.

Dall’analisi emerge che le città più performanti si trovano nel Nord Italia 33 capoluoghi si collocano nella fase spinta e 15 nella fase stacco, anche il Sud può vantare importanti realtà nella fase spinta: Napoli, Matera, Bari, Cagliari, Palermo e Reggio Calabria.

Le strategie

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La strategia di innovazione affonda le radici negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. Le azioni di innovazione digitale raccontano un’idea di Paese dove la condivisione è globale, omogenea e immediata, senza distinzione territoriale. Da un’innovazione digitale di una città, ne deriva l’inclusione sociale degli stessi cittadini.

La realizzazione di una società digitale, in cui cittadini e imprese utilizzano servizi digitali efficienti della Pubblica Amministrazione in modo semplice e sistematico è la prima vera sfida. Per realizzare questo si ha la necessità di migliori infrastrutture digitali, creazione di competenze digitali, digitalizzare il settore pubblico e quindi tutti i servizi ai cittadini e alle imprese.

I tre obiettivi alla base di una P.A. digitale sono:

  1. Accesso online ai servizi della Pubblica Amministrazione. Diffusione delle piattaforme abilitanti (identità digitale, sistema di pagamento elettronico, anagrafe unica, carta d’identità elettronica)
  2. Valorizzazione e implementazione del patrimonio open data della Pubblica Amministrazione, per un’amministrazione trasparente ed efficiente
  3. Integrazione dei servizi pubblici con i servizi privati con politiche di Open Innovation

Il coordinamento e la circolazione delle idee tra stakeholder pubblici e privati sono di preminente importanza nella guida per la trasformazione del Paese verso l’innovazione e la digitalizzazione. I siti internet, i servizi online degli enti pubblici, come le scuole, le amministrazioni locali, le agenzie centrali, sono l’interfaccia tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino e per questo devono essere sicuri, affidabili e green, per offrire servizi veloci, efficaci e intuitivi.

L’innovazione è quindi un bene comune, va costruito, implementato ed alimentato per facilitare la condivisione tenendo ovviamente conto della diversa natura degli asset, pubblici o privati, e dei soggetti che ovviamente ne sono titolari.

Se vuoi avere informazioni, richiedi maggiori imformazioni

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